Il Palancone tanto desiderato

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Una mattina di ottobre in caccia di selezione al daino; uno stupendo “palancone”

La caccia rappresenta per me una passione enorme, la vivo da sempre e ne apprezzo le mille sfaccettature. Delle sue tante caratteristiche, una in particolare mi emoziona: la sua imprevedibilità.

La mente mi riporta ad una mattinata di ottobre, alla ricerca di un bel maschio di daino, che tanto si è fatto desiderare.

Fuori è buio, l’alba ancora si fa attendere, ma la sveglia mi chiama. Si sa, il cacciatore non è di certo un tipo a cui piace poltrire, pochi secondi e sono attivo. Mi preparo velocemente, una frugale colazione ed i pensieri sono già rivolti ai meravigliosi momenti che mi attendono immerso nella natura, chissà se questa mattina sarà quella buona!

L’attrezzatura necessaria è già pronta dalla sera prima; voglio avere tutto il necessario quando sono a caccia, non deve mancare nulla di ciò che potrebbe servirmi, quindi preparo tutto con calma, quasi fosse un rito. Il solito controllo veloce: lo zaino che tante volte mi ha accompagnato e portato fortuna con all’interno tutto il necessario, la mia amata carabina e l’immancabile thermos con tè caldo.

Si parte per la zona di caccia

Durante il tragitto in auto, i pensieri frullano in testa incontrollati: i tanti ricordi delle magnifiche esperienze vissute in queste terre, i paesaggi mozzafiato delle soavi colline della tenuta Frosini, daini e caprioli che mi hanno fatto vivere emozioni indescrivibili. Ogni capo prelevato resta indelebile nella mia mente e riaffiora ogni qualvolta mi avvicino alle zone in cui l’ho preso.

Eccomi sul posto, spengo la macchina e scendo. Inspiro profondamente, gli intensi odori del bosco penetrano nel mio naso, l’aria sfiora la pelle e il fragoroso silenzio mi circonda, mi sento a casa.

Inizio a scrutare tutt’intorno con il termico, sembra che non ci siano animali allarmati intorno a me, l’unica ad avvertire la mia presenza è una giovane civetta posata su una quercia a pochi metri, che tranquilla continua ad emettere il suo canto.

Prendo lo zaino, la carabina e incomincio ad avviarmi verso la mia postazione.
Una leggera brezza fresca mi accompagna, mentre l’orizzonte inizia a schiarirsi, le prime timide luci, il chiarore che precede l’alba, il giorno si sta per risvegliare.

Dopo circa quaranta minuti di cammino arrivò nel mio solito appostamento, mi siedo con la carabina sulle ginocchia e inizio a guardare la vallata davanti a me, dove ci sono alcuni buoni pascoli.

Nell'attesa del palancone, mi godo l'alba
Il sole inizia ad illuminare le meravigliose colline della tenuta Frosini.

Alla ricerca del Palancone

Inizia a fare giorno e le emozioni non si fanno attendere. Tanti animali, femmine ovunque, anche se del “Palancone” nemmeno l’ombra. Questa è la mia sesta uscita, tutte le precedenti cinque sono purtroppo state dei buchi nell’acqua, senza che il mio capo tanto desiderato si mostrasse.

Resto in attesa, la pazienza è l’arma fondamentale di ogni buon cacciatore. Trascorrono i minuti, il sole è ormai alto ma il mio maschio non si vede, decido quindi di spostarmi e fare un giro in alcune tagliate nei boschi di ritorno verso la macchina.

Entro in queste tagliate con lo sguardo più in terra che altrove, attento a dove metto i piedi per non far rumore. Solo pochi passi e improvvisamente sobbalzo a causa di un forte fracasso di rami che si spezzano proprio di fronte a me.

Alzo velocemente lo sguardo e a pochi metri di distanza intravedo un gruppetto di femmine. Il cuore va subito a duemila, neanche il tempo di poter pensare qualcosa ed eccolo! Un imponente daino “Palancone” spaventosamente bello, intento a rincorrere le femmine.

Avverte immediatamente la mia presenza, si immobilizza per cercare di capire cosa ha davanti a lui.
Pochi attimi in cui ammiro la sua bellezza: manto melanico focato stupendo, palco notevole e dalle sue linee dorsali si alza un velo di vapore.

E’ li, davanti a me, in primo piano con il fitto bosco dietro, il suo respiro è pesante, come quasi a volermi spaventare. La scena è stupenda, sembra di essere in un sogno.

I campi dove pascola il daino "palancone"
I pascoli ed i boschi frequentati dai daini.

Le grandi emozioni che la caccia mi sa donare

Non c’è tempo da perdere, mi appoggio velocemente ad una quercia vicina, lo metto sotto mira, prendo un grande respiro e lascio partire il colpo… non saprei descrivere quelle frazioni di secondo che sembrano eterne, ma vedo la “DAMA” cadere in terra come spenta.

Il mio è cuore impazzito, la respirazione si è fatta affannosa come dopo uno sforzo, l’emozione irrefrenabile. Lo guardo, è li in terra, un melanico enorme dal palco maestoso.
Mi avvicino e resto lì, più di 10 minuti ad ammirarlo, quasi immobile, tanta è la difficoltà nel realizzare ciò che è successo. C’è da compiere un ultimo gesto; prendo un ramoscello di quercia e glielo metto in bocca, donandogli un ultimo pasto e una preghiera a Sant’Uberto ringraziandolo del dono.

Oggi quel trofeo regna tra gli altri trofei di daino che ho cacciato, più in alto di tutti e ogni volta che lo guardo, il mio pensiero torna a quella magnifica mattinata di ottobre, su quelle colline, dove si è scritta una tappa importante della mia storia di cacciatore.

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